"Il fatto che la gente vada a lavorare sei giorni a settimana è la cosa più pezzente che si possa fare. Come si fa a RUBARE l'unica vita che uno ha?". Non si parla mai dalle nostre parti (SORRENTO,SANT'AGNELLO, PIANO,META, VICO...e poi TUTTA LA COSTIERA AMALFITANA)degli orari di lavoro. Partendo dal fatto che chi ti offre lavoro pretende di esserepure ringraziato. Manco che il tempo nostro che lui si prende sia sua proprietà o che possa essere pagato on una somma. Se poi vogliamo parlare della somma...beh su un contratto di 6.40 ore giornaliere se ne fanno quando va bene 8-9 pagate sempre al disotto di quello che dovrebbero essere.
Nessuno dice niente. I politici tutti comprati e corrotti dal sistema, anche perchè molt che siedono nella casa comunale poi sono anceh datori di lavoro di hotel, aziende, cooperative. Si chiamerebbe conflitto di interessi ma ache qui nesuno sa cosa sia.Dei sindacati ci sono solo le sigle ma di azione vera meno che zero.
Resta solo il cittadino che per dignità personale e per tirare avanti sta zitto perchè nessuno lo sa e vuole tutelarlo.
Allora capisco che è anche un problema culturale. Oramai è come sei i lavoratori dei nostri posti abbiano abdicato al DIRITTO ALLA FELICITA' e al tempo libero. E' come se fose un lusso che non può appartenere a loro perchè dentro ad un ingranaggio troppo grande dove conta solo PRODURRE per GUADAGNARE per poi CONSUMARE. Allora davvero è un problema culturale dove le parole sono mistificate e perdono il loro vero significato.
Ecco io vorrei - se non sanno farlo i quattro politicanti eletti e quelli che gli ronzano attorno - ridare dignità ai lavoratori, fargli recuerare "l'incanto della vita" ridando senso al tempo liberato. Sono convinto che finquando il lavoro salariato non sarà stato trasformato, le classi lavoratrici non avranno l'attitudine al "tempo libero" che è composto di tre elementi: il riposo, il divertimento e lo sviluppo personale.
Oggi invece la stuazione è completamente diversa perchè la mggior prte del tempo libero non porta ad una riappropriazione dell'esistenza e non costituisce una fuoriuscita dal modello di sviluppo mercantile dominante. Il tempo libero è impegnato anch'esso in attività mercantili. E' in gioco la riconquista del tempo personale. Un tempo QUALITATIVO. Un tempo che coltiva la lentezza e la contemplazione, la cura di sè e dei legami peronali, in una parola della vita vera in quanto libearata dal pensiero del prodotto.
Come sostiene Gorz, è necessaria "una politica del tempo che inglobi l'organizzazione del quadro di vita, la politica culturale, la formazione e l'educazione, che rifondi i servizi sociali e le struture collettive in modo da dare maggiore spazio alle attività autogestite, di aiuto reciproco, di cooperazione e di autoproduzione volontarie"
Siamo pronto a fare il salto di qualità?
Pubblicato da
Alessandro
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